CATTIVE INCLINAZIONI

Adriana Cavarerodi A. Cavarero / Cattive inclinazioni

http://www.youtube.com/watch?v=vkmMuzCx68w

…Chi sopravvive alla morte altrui non è mai stato così alto come nel momento in cui sta dritto di fronte alla morte, egli sta in piedi e il morto gli sta davanti disteso a terra e il morto non ridiventerà mai dritto mentre lui è dritto e questo, dice Canetti, è il senso del potere: solo davanti al morto ci si può veramente dirizzare e avere, lui dice, un’esperienza del trionfo, il potere come un’esperienza del trionfo (….). In Kant l’homo erectus è sinonimo dell’etica più rigorosa (…). Con Canetti abbiamo questo egoismo spaventoso. Verticalità è sinonimo di egoismo. Se noi pensiamo alla soggettività non come una soggettività verticale ma come una soggettività inclinata, sporta sull’altra, sbilanciata, possiamo pensare a un’ etica o a una politica che ha un fondamento relazionale. Uscire dalla propria verticalità, sporgersi oltre l’io e darsi in questa relazione dove l’altro non è il morto che giace a terra non è un altro dritto come me, accanto a me, come tanti isolati assieme ma è un altro preso in una relazione costitutiva. Ogni inclinazione ci porta fuori dall’io (…) ci fa sporgere su cose e persone (Arendt) Inclinazione come postura oltre l’Io…

Una risposta a “CATTIVE INCLINAZIONI

  1. Splendida, come sempre. Intervista interessantissima che mette a fuoco alcuni punti cruciali su cui si è arenato il pensiero femminista della Differenza. La verticalità come potere, come trionfo del potere e dell’Io mentre l’inclinazione ci porta fuori dall’Io, ci fa sporgere su cose e persone (Arendt). Inclinazione come postura oltre l’io è abbandono di una postura fallica – oltre quel primato fallico di cui abbiamo scritto in “Il primato e l'”ultimato” del fallo”

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