Perché siamo qui

Donne in festa

VOCI DELLE FONDATRICI DEL BLOG ATTUALMENTE PRESENTI E IMPEGNATE NEL BLOG TABULA RASA

Paola Zaretti

Lonzi voleva fare “Tabula rasa” degli strumenti culturali del patriarcato distinguendosi e osteggiando un certo femminismo che di tali strumenti faceva largamente uso. Credo che oggi sia necessario fare Tabula rasa di quel femminismo che di tali strumenti continua a servirsi coltivando e alimentando l’illusione di una trasformazione impossibile.  Non si modifica un sistema utilizzando gli stessi strumenti del sistema che si vuole modificare. Occorre ridare senso e significato a quella parola vuota e buona per tutti gli usi che è diventato, purtroppo, il “partire da sé”. Bisogna evitare di usare il pensiero di Lonzi la cui pratica, considerata da tempo “finita” e messa al bando, è stata archiviata. Bisogna andare dentro le cose invece che usare il pensiero di grandi donne in modo distorto e srtumentale. Ci sono donne pronte a farlo e sono più numerose di quanto non si creda e di quanto si possa desiderare. Basta solo cominciare.

Leda Bubola

Quello che trovo tramite l’autocoscienza, sia nel parlarne che nel farla, dove farla assume tante connotazioni e dove parlare di sé può essere fatto in molti modi, è la forza della dimensione della pluralità. Non una pluralità neutra, ma una pluralità femminile, dove non vigono le leggi dell’assoggettamento, nemmeno quelle sottili, tanto care alle donne meno contente di sé. Una forza che non saprei darmi da sola poiché nella solitudine esiste solo l’autoreferenzialità, una forza vitale senza la quale i miei gesti e le mie intenzioni perdono di senso. Eppure non un percorso facile, non un percorso senza attriti, anche forti, tra le diversità imprescindibili che esistono tra tutte le creature determinate da un corpo, uno spazio e un tempo. Ci sono stati momenti di sconforto, momenti altalenanti tra gioia e delusione, ma i momenti di entusiasmo hanno prevalso e siamo ancora in vita. Oggi, mi rendo conto, che i miei pensieri si sono nutriti di quelli di tutte le donne che sono con me in questa dimensione e gliene sono grata, mi rendo conto che grazie ad ognuna di loro riesco ogni giorno di più a centrarmi, capire dove sto in relazione al gruppo e, di conseguenza, in relazione al mondo.

Maria Adami

Perché sono QUI: perché Tabula rasa è uno degli obiettivi di C. Lonzi che condivido e che inseguo da tempo con il gruppo di studio OIKOS-BIOS (fondato da Paola Zaretti) di cui faccio parte, e con il gruppo di Autocoscienza on-line (ideato da Paola Z. e in onda dallo scorso agosto). Non mi basta l’autocoscienza in solitudine, cerco risonanza/rispondenza, contatto, condivisione confronto con altre diversità, estranee alla competizione e alla contrapposizione, alla protezione, all’obbedienza, ai divieti, ma nel rispetto reciproco e nella libertà della propria posizione. Questa è la relazione con alcune donne che cerco e incontro in questi due gruppi/luoghi aperti, e benvenuto questo blog che penso come un sassolino nello stagno…che possa raggiungere più donne possibili e che il femminismo ri-prenda così il suo cammino originale.

Cinzia Marroccoli

Sono qui per lo stesso motivo per il quale ho deciso di essere da subito nel Gruppo di autocoscienza on-line proposto da Paola all’inizio dell’estate. Sono qui per trovare un luogo altro lontano da ruoli precostituiti e pregiudizi, un luogo dove potersi ritrovare di nuovo tra donne per capire cosa ci succede e perché, quando stiamo insieme e quando cerchiamo di avere un progetto in comune, per capire cosa ci unisce e cosa ci divide nella relazione, per superare conflittualità e malintesi che c’impediscono di andare avanti in quanto donne, e che fanno solo il gioco di chi vuole tenerci ferme. Nel Gruppo abbiamo toccato più volte questo confliggere, e cercando di scardinarne  i meccanismi, ci siamo rese conto che ogni volta che sembrava che il mare fosse diventato tranquillo nuove burrasche erano subito in arrivo. Ma  la nostra barchetta ha resistito, evidentemente è fatta di un buon materiale, quello stesso materiale di cui spero possa essere fatto anche questo blog.

Rossana Schiavo

Sono qui perché diversi anni fa ho incontrato Paola Zaretti e, dopo aver seguito un seminario da lei tenuto sulla Clinica della Differenza, ho partecipato all’origine di Oikos Bios – Centro filosofico di psicanalisi di genere antiviolenza, l’associazione culturale che ha fondato nel 2006.Un incontro decisivo nella mia vita, un incontro “squarciacuore” come scriveva qualcuno, facendo riferimento, in quel caso, a certi libri che dopo averli letti “non sei più la stessa persona”: ecco, così è Paola per me, con la sua esistenza e la sua scrittura, indissolubili tra loro perché tenute insieme da un patto di fedeltà che non consente alla vita di tradire le parole e viceversa.

Sono qui perchè Oikos Bios, nata come “luogo per tutti e per nessuno”, l’ho sempre sentita come uno “spazio simbolico fuori-dal-simbolico” (fallocentrico) dove ho sempre potuto esprimermi ed esserci liberamente, trovando un mio posto assieme ad altre-i disposte-i a fare lo stesso. Uno spazio privo di una struttura rigida, verticale, definitiva, Oikos è come l’acqua in costante trasformazione e movimento, realizzando per anni ondate di attività – convegni, seminari, gruppi di studio, progetti nelle scuole, nelle piazze, in strada ecc. – trascinando con sé un’elaborazione teorica sempre più articolata che, a sua volta, è stata fonte di successive iniziative nelle forme e luoghi più diversi, spostando altrove il suo “centro di gravità”. Credo che in questo blog Tabula rasa, Oikos abbia dato vita  alla sua ennesima metamorfosi, forse un nuovo lido, che prosegue nella direzione iniziata anni fa (probabilmente molto prima della sua nascita) e tenuta da due argini – ‘autenticità’ e ‘reciprocità’ – generando in uno spazio virtuale e vitale ciò che nell’associazione non poteva avere luogo in un modo così peculiare: la cura della relazione grazie alla cura del pensiero e delle ‘parole per dirlo’. Il lavoro instancabile di Paola in questi anni, infatti, si fonda sul riconoscimento delle parole altrui e intrecciando ciò che in scritture, ossia voci, risuona dentro di sé, offre, con una tessitura del tutto originale, luminose analisi e nuovi orizzonti di pensiero che, a loro volta, risuonano in chi legge.

Sono qui perché per me, figlia degli anni ’70, il femminismo (e le sue interne diversità) è un oggetto fino a qualche anno fa sconosciuto o, perlomeno, misconosciuto: con la mia generazione sono cresciuta godendo, e patendo, i frutti di una lotta femminile finita poi, chissà come, in ombra e in silenzio, lasciandoci alle prese con un’epoca di emancipazione che richiede ancora molto cammino in salita per oltrepassarla. Scoprire i nessi fra il femminismo e la psicanalisi, il pensiero filosofico, la politica, mi ha consentito di aprire lo sguardo e il cuore, su questioni che erano, e sono, fonte di conflitti, sintomi, e, probabilmente, di una professione. Il rapporto con il simbolico maschile, le istituzioni, il dentro e fuori, con gli uomini e le donne, tra madre e figlia, la psicanalisi e si suoi dogmi… tante questioni che si sono riempite di un significato nuovo, illuminando aree buie della mia esistenza e provocandomi ogni volta una specie di “insight” che ha la forma della gioia quasi fanciullesca, come se accorgermi degli orpelli difensivi costruiti e coltivati con attenzione nel tempo per riuscire a integrarmi in una cultura alienante, ne svelasse la possibilità di liberazione. Ora, in una fase della vita nella quale sto sperimentando l’essere, tra le altre cose, madre di una figlia, compagna di un uomo, professionista “della cura” in una istituzione pubblica, tanto più risuonano in me le contraddizioni talvolta indicibili, le passioni, il dolore, la fatica che mi fa comprendere intimamente quella che qui è definita la “condizione tragica” del femminile.

Sono qui perchè sento la necessità di incontrare parole di altre donne “estranee” e, magari, di riuscire a mettere in circolo anche le mie.

ALTRE VOCI DI DONNE

MARIA MICOZZI

Maria Micozzi

Il sistema  costruito sul modello del patriarca, l’unico, al di là delle varianti, costruito fino ad ora, schiaccia la relazione primaria tra ‘diversi ‘ alla contrapposizione valoriale soggetto/oggetto, maschio/femmina . La dicotomia, diventata assiomatica, e dunque strutturale dell’intera immagine del mondo, determina la congruenza dell’intero sistema; attraverso le proprie regole di derivazione,  facendosi regola di ogni processo mentale e di ogni prassi, vengono coinvolte  anche quelle procedure che  pure vorrebbero fare ‘Tabula Rasa’  dei processi antisistemici e dei  paradossi derivanti.

La capacità generante della femmina diventa il tabù simbolico che fa della  carne la tomba dello spirito, diventa  l’impedimento per il logos a raggiungere la  perfezione che gli compete (Aristotele docet) , la femmina, nella sua carne, resta  produttrice di Chaos  e quindi ‘naturalmente’ colpevole….

Maria Micozzi- particolare dell’istallazione ‘L’ossessione della carne’ (Torino)”

Elena Buffagni

Sono qui per continuare un viaggio desiderato e dis-ordinato alla ricerca del mio spazio di libertà tra il pensiero e l’impensato delle donne, sulle tracce di un atto poetico: crinale dove non esiste contraddizione ma meraviglia, che possiede l’audacia di andare oltre misura, oltre logica, esubero della realtà e richiamo a essa, che non conosce l’apocrifo, il canonico, solo l’autentico. Sono qui come depositaria del mio sentire, come custode fedele della mia esperienza inaddomesticata, permeabile e in divenire, in ascolto di altre visioni poetiche, impreviste e sapienti di sé. Sono qui per fare tabula rasa di ciò che circoscrive il mio particolare e selvaggio essere donna. Per restare in ascolto delle radici e percorrere risonanze sconosciute in grado di condurmi altrove: più vicina a me stessa.

 

 

 

3 risposte a “Perché siamo qui

  1. Gentile Paola, ci scusiamo per il ritardo, leggiamo solo ora il suo messaggio. Le chiediamo gentilmente di farci sapere a che cosa esattamente vorrebbe partecipare e qual è la motivazione della sua richiesta. Grazie, Un cordiale saluto.

  2. SOLO ORA LEGGO LA SUA RISPOSTA. SONO UNA DONNA FEMMINSITA, DOCENTE DI FILOSOFIA E HO IL TUTOLO DI MAGISTER IN TELOGIA. HO LETTO IL SUO LIBRO NEL NOME DELLA MADRE ECC. E L’HO TROVATO MOLTO INTERESSANTE. VORREI SAPERE SE POSSO PARTECIPARE AL CONFRONTO CON MIEI CONTRIBUTI. SONO IMPEGNATA SULLA QUESTIONE DELLA DONNA NELLA RELIGIONE- CHIESA – CORDIALI SALUTI- PAOLA

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