Papi e papesse e sovrane

images10 Corona del bambino

di Paola Zaretti /Papi, papesse e “sovrane

Quando Putino scriveva in Amiche mie isteriche che “Il polo con cui è in competizione il nuovo femminismo non è il sovrano ma il papa”

http://femminismoinstrada.altervista.org/il-polo-con-cui-e-competizione-il-nuovo-femminismo-non-e-il-sovrano-ma-il-papa/

era perfettamente consapevole della tendenza che si andava pericolosamente affermando all’interno di un femminismo che, inizialmente ispirato al pensiero della differenza di Lonzi e di  Irigaray, avrebbe finito per negare ogni differenza dal paradigma maschile istituendo un ordine materno in nulla differente dall’ordine paterno patriarcale.

Basti leggere, per averne conferma, questi due passaggi contenuti in un testo dedicato all’autorità:

Il corteo del papa e l’orda degli Unni sono rispettivamente l’autorità e il potere che stanno per scontrarsi o incontrarsi, chi lo sa, ma la prima, senza fare niente, solo mostrandosi in tutta la sua dignità, fa sì che il secondo si arresti nel suo moto distruttivo. (Muraro)

Due sono le cose che regolano principalmente questo mondo, la sacra autorità dei papi e il potere dei re (papa Gelasio)

La mossa, qui evidente, di scindere e separare con un taglio netto l’autorità dal potere – operazione fatta da Arendt per ragioni che non avevano nulla a che fare con strategie o  tornaconti  di carattere ideologico – è funzionale alla costruzione di un’autorità femminile la cui affidabilità sarebbe garantita da una sorta di verginità non contaminata e non contaminabile dal potere. Si tratta tuttavia di una mossa che non rimedia al fatto – rilevante e irrimediabile –  della costruzione di  una autorità femminile ispirata al modello di un’autorità incarnata dalle figure maschili dei papi.

Che cosa  se ne possano fare le donne  di un femminismo che assume i papi come paradigmi  ideali dell’autorità femminile, ecco questo è ciò che resta da capire…