REPETITA…non IUVANT

mucha_medea

di Paola Zaretti/ Repetita…non iuvant

REPETITA….non IUVANT

Non c’è niente da fare. Il vizio di scindere, separare e opporre il maschilismo, la misoginia, la violenza del Singolo dall’Uni-versale sistema di pensiero che la genera e la nutre, è indice di un errore prospettico assai duro, a quanto pare, a morire: si vede l’”albero” senza vedere la foresta” – ho scritto, di recente, a questo proposito. E di proposito ci ritorno.

Si tratta di un errore che rivela una scarsa attitudine a cogliere nessi e connessioni la cui assenza comporta, a diversi livelli e nei differenti contesti in cui ritualmente si presenta, non pochi inconvenienti. Uno di questi consiste nello scambiare per “giustificazione” e/o ’”assoluzione” di assassini e stupratori, l’affermazione secondo la quale stupri e femminicidi sono, in primo luogo, la conseguenza logica e prevedibile di un sistema di pensiero androcentrico da cui tali crimini non possono/non debbono essere decontestualizzati.

Quale genere di ragionamento autorizzi la deduzione, logicamente infondata, in base alla quale l’individuazione e il riconoscimento della matrice originaria – simbolica e culturale – di un pensiero patogeno scagionerebbe da ogni responsabilità coloro che di questo pensiero si fanno materiali esecutori, non si comprende.

Che sia vero il contrario – ovvero che NON vi sia giustificazione alcuna per gli esecutori di stupri e massacri per il solo fatto di essere il prodotto di tale sistema di pensiero – non è minimamente contemplato. Non è contemplata l’idea, insomma, che i promotori e gli esecutori materiali di atti aberranti, derivanti da un sistema di pensiero aberrante, lungi dall’essere scagionabili o addirittura assolti per averlo messo materialmente in atto, siano doppiamente “responsabili” per la loro compiacente e passiva subalternità, sudditanza e adesione al funzionamento di un sistema che non hanno saputo/voluto contrastare e dal quale si sono lasciati trasformare, da complici, in materiali esecutori di morte.