LONZI SI SPAVENTA E SI INTERROGA…

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di Paola Zaretti/ LONZI SI SPAVENTA E SI INTERROGA…

“Mi chiedo se non mi sono cacciata in un pasticcio con Federica, dovrei suggerirle di andare da un analista: mi spaventano il transfert e la mia ignoranza. Magari dovrei io stessa andare da un analista e poi passare al PROFESSIONISMO. Ma veramente m’interesserebbe occuparmi di qualcuno PROFESSIONALMENTE, su una falsariga scientifica rivelatami da altri?” (Lonzi, Diario, 20 Marzo 1975)

Lonzi, spaventata, s’interroga, teme di essersi cacciata in un pasticcio e sono due gli elementi che, comprensibilmente e per delle buone ragioni, la agitano e che, eccezion fatta per delle persone irresponsabili, farebbero tremare chiunque: il transfert e la propria ignoranza.
E’ così spaventata dal transfert per un verso e dalla sua onestamente dichiarata ignoranza per un altro, che si chiede, con quella lealtà intellettuale che la distingue, se non sia il caso, prima di occuparsi di Federica, di rivolgersi, lei stessa e per se stessa, ad un analista.
Lonzi dubita. Dubita, dunque, di essere all’altezza del compito che si è assunta nei riguardi di Federica – e, presumibilmente, di tante altre compagne d’avventura. E tuttavia a dissuaderla dal rivolgersi a qualcuno (si noti, per inciso, che Il riferimento è sempre a un analista uomo) è un suo convincimento (erroneo) ma ben radicato: è l’idea che rivolgersi ad un analista per fare un’analisi e per diventare, a sua volta, analista, significhi “passare” necessariamente al “professionismo”, significhi diventare, insomma, una “psicanalista professionista”.
L’identificazione qui stabilita da Lonzi  tra la posizione di un analista e quella di un “professionista”,  è il punto debole della sua teoria.
Aver con-fuso e  fatto coincidere due posizioni non necessariamente e neppure auspicabilmente coincidenti – l’analisi, infatti, per la modalità stessa con cui può essere praticata da donne criticamente formate nei riguardi del sistema di pensiero andro-fallocentrico, è lontanissima da ciò che comunemente s’intende con il termine “professione” –  è stato l’errore di Lonzi. “Un errore di cui ha sentore quando scrive:

“Mi chiedo se non mi sono cacciata in un pasticcio con Federica, dovrei suggerirle di andare da un analista: mi spaventano il transfert e la mia ignoranza”.

Ma quante altre donne – incapaci di riconoscere e ammettere onestamente la propria ignoranza e gli effetti del transfert – si sono cacciate nello stesso pasticcio producendo guasti che, a leggere alcune testimonianze, hanno lasciato segni indelebili?


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