Un suicidio legalizzato?

03041_1di Paola Zaretti/ Un suicidio legalizzato?
La visione di Lonzi sull’aborto – una visione profonda e intellettualmente ricca e sofisticata – non si presta a banalizzazioni o semplificazioni rivendicazioniste ma va attentamente ripensata all’interno di una logica di dominio che attraverso la maschera della libertà, rischia di sancire e promuovere una nuova forma di assoggettamento delle donne.
La liberalizzazione dell’aborto è diventata, attraverso millenni, la condizione mediante la quale il patriarcato prevede di sanare le sue contraddizioni mantenendo inalterato il suo dominio”.
(Carla Lonzi,  Sessualità femminile e aborto, Rivolta femminile 1971)
Cercare di mettere al riparo le nostre vite attraverso una richiesta per la legalizzazione dell’aborto, porta, sotto considerazioni pretestuosamente filantropiche e umanitarie, al nostro suicidio: in modo indiretto viene riconfermata la prevalenza di un sesso su un altro intanto che l’altro sembra andare incontro alla sua liberazione”. (Ibid.)
(…) L’aborto non è una soluzione per la donna libera, ma per la donna colonizzata dal sistema patriarcale”.  (Ibid.)