Dovremmo essere tutte/i femministi?

di Paola Zaretti /DOVREMMO ESSERE TUTTE/I FEMMINISTI?

Credo non sia necessario nè utile e neppure auspicabile.
Che cosa motiva degli uomini impegnati ad opporsi al machismo a definirsi “femministi”?
E’ difficile capire per quale ragione un uomo che si oppone alla figura tradizionale del machista e la combatte con tutte le sue forze DEBBA definirsi “femminista” e non altrimenti riproponendo così, in forma invertita, l’opposizione duale patriarcale.
A muovermi, nel dire questo, non è certo l’intento di lanciare, come alcune hanno fatto, accuse di “ridicolaggine” agli uomini che scelgono tale autodefinizione di sé, nè mi scandalizzo, d’altronde, dinanzi a tale scelta.
Non rido e non mi scandalizzo, dunque, ma rifletto e mi interrogo sull’origine e sulla natura di questo loro desiderio, sulla ragioni di una tale scelta, su questa necessità di assumere una posizione rinunciataria rispetto ad altre possibili ALTERNATIVE maschili al diventare “femministi” senza per questo rinunciare ad opporsi all’odiosa figura incarnata dal macho patriarcale.
Mi chiedo, insomma, se non sia più opportuno e interessante cercare – e magari trovare – in proprio, in quanto uomini, un modo maschile di contrastare la figura dell’macho patriarcale attraverso una via propria, personale, originale, AUTONOMA e diversa – e certamente faticosa – rispetto a quella suggerita e praticata dai vari femminismi per le donne..
E’ forte l’impressione che la tendenza di alcuni uomini a dichiararsi “femministi” rappresenti una via facilitante rispetto alla scelta, più dura, più radicale e soggettivamente più faticosa, di ricercare e di INVENTARE in proprio un modo maschile di opporsi alla figura del macho.

Non sarà che definirsi “femministi” è una via per evitare questa fatica?PAOLA ZARETTI