AUTODETERMINAZIONE: UN CONCETTO DI STAMPO PATRIARCALE

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di Paola Zaretti/AUTODETERMINAZIONE: UN CONCETTO DI STAMPO PATRIARCALE LA CUI ORIGINE NON PUO’ PIU’ ESSERE IGNORATA DA CHI NE FA USO

E’ sempre utile e necessario sapere di che cosa si parla…

Il concetto di Autodeterminazione è uno di quei concetti che rientra “nel sogno, vecchio e moderno, dell’autonomia del sé” (Cavarero). Esso rappresenta e incarna, a insaputa di chi impropriamente ne fa uso, “le patologie egocentriche del soggetto moderno e dell’ONTOLOGIA INDIVIDUALISTA (Cavarero)
Sono queste “patologie egocentriche”, è questa “ontologia individualista”a preoccupare giustamente Cavarero che così le descrive in un dialogo con Butler di cui si consiglia la lettura integrale:

Le patologie egocentriche del soggetto moderno, o se vuoi, dell’ontologia individualista, mi preoccupano molto di più delle sue ansie nei confronti dell’altro in quanto luogo di contaminazione, disfacimento dissoluzione. Perché, dal punto di vista della filosofia occidentale, se ci pensi bene, c’è appunto una certa logica nella follia di questo “soggetto” che, dopo secoli spesi a celebrare la sua autonomia e autopoiesi non appena scopre la dipendenza, viene colto dal timore di sparire nell’altro”. (Cavarero, Dal Dialogo con Butler su Condizione umana contro natura).

E’ dunque la categoria della dipendenza – e non quella dell’autonomia e dell’autodeterminazione – ad essere centrale e fondante “per un’etica della relazione” . La necessità di procedere alla decelebrazione della nozione di soggetto autonomo e autodeterminato è dunque fondata e radicale. Termini come “autodeterminazione”, “indipendenza”, “autonomia”, “sovranità” di cui il femminismo ha fatto e continua a fare largo uso, hanno perciò, come si vede, una storia lunga e complessa che non può essere ignorata e dalla quale non si può prescindere: tali termini sono, infatti, gli assi su cui da sempre ruota, in ambito filosofico, il soggetto AUTARCHICO, EGOCENTRICO, AUTOSUFFICIENTE e SOLIPSISTICO, riconducibile, per restare al gergo filosofico, a un’ontologia INDIVIDUALISTA.
Le parole indicate alludono dunque a un posizionamento soggettivo INCOMPATIBILE con un’ONTOLOGIA DELLA RELAZIONE per dar conto della quale sono altri i termini cui dovremmo fare ricorso: “vulnerabilità”, “dipendenza”, “inclinazione” e altri ancora.
Ci è noto, inoltre, che il primato di un’ontologia individualista e la “sovranità dell’io” che in tale primato eccelle a scapito della relazione, non è una peculiarità riservata al soggetto moderno ma è un tratto caratteristico della filosofia antica di STAMPO PATRIARCALE inclusa quella platonica.
Va ricordato, da ultimo, che la necessità di contrastare la “sovranità” dell’io, è ben presente e rilevante nel pensiero di due grandi donne, di Harendt quando scrive:

“Ogni inclinazione ci spinge fuori dall’io”

e di Virginia Woolf quando ci ricorda che

“all’ombra della parola “Io” ogni cosa diventa senza forma, come nebbia…”.

Per una lettura integrale del testo:

http://femminismoinstrada.altervista.org/autodeterminazion…/